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Manifesto pubblicitario: strumento intramontabile
Vi siete mai chiesti quali siano le origini e soprattutto l’evoluzione artistica del manifesto pubblicitario? Come mai graficamente oggi si presentano in questo modo?
La pubblicità occupa oggi un ruolo fondamentale nella nostra società. Ne siamo bombardati costantemente. Basta pensare agli spot pubblicitari e radiofonici. E se usciamo di casa la situazione non è poi cosi diversa. Le nostre città sono tappezzate di manifesti pubblicitari, che ci ricordano di eventi imminenti, ci informano dell’apertura di nuovi locali o ci propongono un nuovo prodotto da acquistare. Li abbiamo così tanto sotto gli occhi che non ci rendiamo neanche più conto di leggerli, osservarli.
Eppure la nostra mente ne registra ogni messaggio e questo fa sì che tale tipo di pubblicità, per la sua valenza, sia diventato intramontabile. Leggi questo articolo per scoprire i vantaggi del manifesto pubblicitario.
LE ORIGINI ARTISTICHE DEL MANIFESTO
Originariamente i quotidiani riservavano la quarta pagina agli annunci pubblicitari sotto forma di brevi inserzioni, usanza conservata fino agli anni venti del Novecento. Stiamo parlando del 1700 e questo tipo di pubblicità rimase gratuita fino alla fine del secolo, quando se ne iniziò a percepire l’importanza.
In seguito, fu la rivoluzione industriale a influenzare anche l’editoria e a portare al concepimento del manifesto pubblicitario come tutt’oggi viene inteso. L’arte si trovò ad attraversare un periodo di cambiamento dettato dalla prosperità del momento. Nelle grandi città, come Londra e Parigi, gli editori iniziarono a capire la valenza delle illustrazioni e a introdurle in ambito pubblicitario, portando alla nascita del manifesto.
I personaggi che contribuirono maggiormente a fare delle arti visive un plus per la stampa pubblicitaria, capace di raggiungere un vasto pubblico, furono Henri de Toulouse-Lautrec e Jules Chéret.
Il primo iniziò a fare uso di uno spettro di colori sempre più ampio all’interno delle sue stampe, conferendo loro un potere quasi magnetico.
Il secondo diede alle illustrazioni una valenza addirittura superiore al testo. Con esse, l’editoria avrebbe permesso all’arte di avvicinarsi alle masse, per essere quindi alla portata di tutti. Chéret fu considerato “padre del poster pubblicitario” e si annoverano oltre 1000 manifesti tra le sue stampe.
LA FIGURA FEMMINILE COME RÉCLAME
Un altro merito che deve essere riconosciuto all’artista Chéret è l’introduzione delle illustrazioni femminili nelle stampe pubblicitarie.
Nell’800 il Romanticismo iniziò a proporre una nuova rappresentazione della figura femminile. Il corpo veniva risalto e le sue curve divennero un modo di richiamare l’attenzione dei possibili acquirenti.
Iniziarono a esporre i corpi nudi senza vergogna in numerosi dipinti. Ne sono esempio “La colazione sull’erba” di Manet e “La libertà che guida il popolo” di Delacroix, dove la libertà è rappresentata proprio da una donna che mostra il suo seno nudo.
L’EVOLUZIONE ARTISTICA DEL MANIFESTO NEL NOVECENTO
Nel Novecento i primi veri e propri manifesti iniziarono a fare la loro comparsa, inizialmente come mezzo propagandistico durante le guerre mondiali. I cartelloni pubblicitari avevano lo scopo di comunicare al popolo lo sviluppo e gli esiti della guerra.
Nacquero i primi slogan e le raffigurazioni dei nemici in forma ritrattistica. A tal proposito è celebre il manifesto inglese che recita “Keep Calm and Carry On“. In modo ironico, esso invitava il popolo a non lasciarsi condizionare dagli avvenimenti bellici e a vivere normalmente.
Tra i più celebri manifesti del periodo, si ricordano quelli di Henry Van de Velde, che combinava il testo scritto a rappresentazioni astratte, e quelli di Alessandro Terzi, raffiguranti animali intenti in comportamenti tipicamente umani.
L’EVOLUZIONE ARTISTICA DEL MANIFESTO NEL NOSTRO TEMPO
Come abbiamo visto dunque, l’editoria ha seguito l’evoluzione artistica delle maggiori correnti susseguitesi nella storia, conservando così il suo essere sempre attuale.
L’elaborazione artigianale ha pian piano lasciato il posto alle nuove tecnologie, più veloci ed efficienti, in linea con l’aumento della richiesta di locandine. Ma ancora oggi, i primi manifesti rappresentano delle opere d’arte a tutti gli effetti, testimonianza dell’evoluzione artistica negli anni.
Oggi, l’arma vincente resta la creatività con la quale viene realizzato il manifesto. Si gioca sul disegno, sui colori, su tutto ciò che abbia un grande impatto visivo e riesca a catturare l’occhio di chi si trova davanti al manifesto, così da trasmettere in maniera più diretta e incisiva il messaggio che si vuole lanciare.